Nel marzo del 2011 Nicolas Collins teneva una dei suoi Hacking workshop all’Università Ca’ Foscari di Venezia; come sempre, seminò per bene il terreno, perché dal suo laboratorio nacque l’ensemble Elettrofoscari che ebbe una certa attività negli anni seguenti.
Quando ci si salutò alla fine di quelle giornate, Nic mi disse che entro pochi giorni sarebbe sbarcato in città Alvin Lucier, gli dispiaceva dover partire proprio in quel momento e non poter salutare il suo maestro, quello che gli aveva aperto la via quando studiava alla Wesleyan University.
Come, arriva qui Lucier e non se ne sa niente? Certo, mi dice Nic, è una gita tutta privata perché Alvin intende festeggiare i suoi 80 anni a Venezia con la famiglia.
L’occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire, così tramite Nic mi metto in contatto con Lucier e gli chiedo se abbia voglia di dedicare un paio d’ore del suo soggiorno per una conversazione all’Università, e poi magari una cena a base di pesce. Lui accetta molto volentieri. Prenoto l’aula seminari, una cinquantina di posti, ma il tempo per preparare e pubblicizzare l’incontro è molto poco, tre giorni, e già mi preparo le scuse per i quattro gatti che gli porteremo davanti. Qualche chiamata, un post su Facebook che viene rilanciato, speriamo.
Arriva il giorno e devo ricredermi: l’aula non riesce a contenere tutti, è arrivata gente da lontano con dischi da autografare ecc. Dev’essere stata la prima volta che ho pensato che per queste cose i social funzionano.
Dopo una mia breve introduzione informativa, Lucier propone di ascoltare primaditutto I am sitting in a room; ne sentiremo solo qualche minuto all’inizio, lo lasceremo scorrere e poi ogni tanto ne sentiremo dei frammenti per sentire come evolve il pezzo. Lucier parlerà per un’ora e mezzo, raccontando, inevitabilmente, anche cose già note, ma prestando un’attenzione speciale alla circostanza e al pubblico che ha davanti. La sua storia è infatti molto legata all’ambiente musicale italiano. Lucier era arrivato in Italia con una borsa Fulbright nel 1960, e aveva avuto proprio qui, a Venezia, al Festival, la rivelazione della nuova musica europea e della musica sperimentale. Aveva 29 anni e, alle spalle, un apprendistato accademico molto tradizionale. Ma nel volgere di pochissimo tempo, tutto cambiò. Da qui prende l’avvio il suo affascinante racconto.
La conversazione che riproduciamo qui, come omaggio ai 90 anni di Alvin Lucier, è stata tenuta l’11 marzo 2011 presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e non è mai stata finora resa pubblica.
(Veniero Rizzardi)