From the Archive #18: Don Byron, 1995

Qualsiasi cosa voglia dire oggi l’aggettivo “postmoderno”, sembra vestire a puntino la figura di Don Byron, clarinettista e compositore che attraversa con disinvoltura tutte le lingue del jazz ma non solo. Non c’è una poetica forte, appunto, nella sua onnivora concezione della musica. Basti pensare al suo primo exploit, quando interpretava le parodie della cultura…

Milford Graves – Gotta Have the Spirits

Qualche settimana fa se n’è andato Milford Graves, artista di straripante vitalità – una centrale di energia percussiva, più che un batterista – e un musicista si direbbe olistico, che dava ad ogni gesto un’illuminazione di sapienza antica.Ha innervato il free di una componente sciamanica, prima con Giuseppi Logan e il New York Art Quartet…

From the Archive #17: Anthony Braxton & Muhal Richard Abrams, 1977

L’apparizione di Muhal Richard Abrams al Palasport Arcella di Padova (1977, in duo con Anthony Braxton) fece un’impressione davvero enorme. Non tanto come artista concettuale, quanto come pianista. Sembrava avere una profondità misteriosa, una sapienza arcana, in grado di collegare in un istante Scott Joplin e l’atonalismo più radicale.Braxton era già “Braxton”, ormai assai noto…

From the Archive #16: Greg Osby & Jason Moran, 2003

Greg Osby e Jason Moran hanno suonato fianco a fianco dal 1997 al 2003, con sette dischi all’attivo – a nome Osby – e questo duo a suggellare una collaborazione naturale e di grande spessore estetico, vista la caratura e le affinità elettive maturate dai due strumentisti-compositori.Il pedigree di Osby (sax contralto) è rigoroso: incoraggiato…

From the Archive #15: Tim Berne Bloodcount, 1994

Può un adolescente ascoltatore di dischi compulsivo, in seguito sassofonista autodidatta, diventare uno tra i più originali compositori degli ultimi decenni? Certo, Tim Berne ne è la prova.Allievo irregolare di Julius Hemphill, ne ha condiviso lo spirito indipendente e visionario, scoprendo ben presto di possedere doti di organizzatore sonoro non comuni.Infatti, Berne ha lavorato quasi…

From the Archive #14: Michel Portal Unit, 1994

Quando Michel Portal sale sul palcoscenico sembra sempre sia il concerto della vita. La sua indole è quella del “tutto o niente”, con una urgenza performativa che ha l’argento vivo addosso.È passato dalle balere parigine a Mozart, da Kagel e Stockhausen al gruppo di Prince.Eppure è sempre se stesso, virtuoso e apprensivo, sardonico e umorale.Clarinettista…

From the Archive #13: Cecil Taylor, 1975

Da dove arriva la musica di Cecil Taylor? Quasi sempre i grandi del jazz hanno dietro ombre fraterne, codici antecedenti ben riconoscibili.Cecil non si direbbe. Sì, un po’ di Ellington, un po’ di Monk. Ma la colata lavica che arriva da quella “batteria con 88 tasti” che è il suo pianoforte (meglio se Bösendorfer) sembra…

From the Archive #12: The Hub, 2006

Molto, molto tempo prima che una situazione allora ritenuta improbabile lo facesse diventare una specie di necessità, qualcuno aveva avuto l’idea del concerto delocalizzato. Una delle formazioni che meglio ha sfruttato questa possibilità è stata The Hub: sei compositori/ricercatori che si sono incontrati nel 1984 all’interno della vivacissima comunità della Bay Area, e fin da…

From the Archive #11: Steve Lacy Quartet, 1998

Come il suo mentore Thelonious Monk, Steve Lacy propone una voce strumentale unica, inconfondibile – ma veramente, fuor di retorica. Due note di quel sax soprano e non può essere che Lacy. Il dixieland e il free suonati di pari passo in gioventù, la art song, l’improvvisazione senza rete e i classici rivisitati (Monk, Ellington,…

From the Archive #10: Myra Melford Trio, 1995

Agilità e leggerezza di tocco, ma anche rapidità di pensiero e aggressività ritmica: sono alcune doti che hanno lanciato una giovane Myra Melford nell’agone jazzistico, facendone risaltare le qualità sia come strumentista pura che come regista di partiture a più voci e livelli di lettura. Il piano-trio è sempre stato costante anche nella maturità di…