Dopo l’anteprima, salutata da un grande successo di pubblico, con il concerto dei Four Blokes di Louis Moholo-Moholo alla Sala dei Giganti lo scorso 10 settembre, si prepara un fittissimo autunno per il Centro d’Arte: ben quattordici serate si svolgeranno da qui a fine dicembre, offrendo una gamma di occasioni d’ascolto mai come quest’anno fitta di proposte, che vanno dal jazz alla musica strumentale/elettroacustica, alla performance solistica, all’opera multimediale.
La ricchezza e la varietà del cartellone autunnale del Centro d’Arte è il frutto di una crescente capacità dell’associazione di essere letteralmente ‘centro delle arti’ performative, da sempre in una prospettiva di ricerca e diffusione di nuovi linguaggi. Tutto ciò è possibile, oltre che dal consueto sostegno dell’Università di Padova e del MiBAC, grazie a un ulteriore ampliamento della rete delle collaborazioni: oltre a quella ormai tradizionale con il Conservatorio “Pollini”e la sua struttura produttiva SaMPL, il Centro d’Arte stringe una vera e propria alleanza con il Padova Jazz Festival e apre una nuova connessione con il progetto Carillon del Comune di Padova.
Lo sguardo sulla produzione musicale di oggi diviene così un’esplorazione a sempre più ampio raggio, cui non manca il sostegno di un pubblico sempre più numeroso, eterogeneo e curioso. Il Centro d’Arte assicura poi massima accessibilità ai concerti con una politica di prezzi molto ridotti, e sempre 1 solo euro per gli studenti dell’Università di Padova.
Il meticciato ‘di ritorno’ del jazz sudafricano del veterano Moholo-Moholo a contatto con una giovane generazioni di musicisti della Londra più avventurosa apre un’infilata di concerti che proseguirà con una elettrizzante formazione italiana, il Bread & Fox di Piero Bittolo Bon (4 ottobre) e a seguire l’inclassificabile trio di Fred Frith (20 ottobre), che da animatore della scena prog inglese degli anni 70 (con Henry Cow specialmente) ha attraversato ogni esperienza fino ad approdare alla cattedra di composizione del prestigioso Mills College di Oakland. A seguire, quattro prestigiosi episodi, tra ottobre e novembre, offerti da Padova Jazz e a cura del Centro d’Arte che saranno presentati in seguito.
Il 25 ottobre torna il giovane virtuoso delle percussioni Simone Beneventi, che ripropone a Padova Nine Bells, una performance-camminata attraverso nove campane intonate concepita nel 1979 dal newyorkese Tom Johnson che la eseguì personalmente per la prima volta in Europa proprio a Padova, una delle tante ‘scoperte’ del Centro d’Arte. La serata si svolge in Arcella, nell’ambito del progetto Carillon voluto dal Comune di Padova per ‘occupare’ musicalmente le aree lontane dal centro città.
La collaborazione con SaMPL (Sound and Music Processing Lab del Conservatorio Pollini) produce quest’anno una sequenza di occasioni d’ascolto preziose, come il concerto di Christophe Desjardins in un programma di brani per viola con estensioni elettroacustiche (insieme al pianoforte di Aldo Orvieto – 29 ottobre) e poi di alcune occasioni celebrative ma tutt’altro che retrospettive: una festa di compleanno per Alvise Vidolin, figura unica di musicista/regista del suono, alla presenza di solisti come Roberto Fabbriciani (26 novembre) in cui si avrà una prima esecuzione assoluta di Adriano Guarnieri per tre pianoforti ed elettronica e un altro nuovo lavoro di Claudio Ambrosini. Il 12 dicembre sbarca per la prima volta a Padova FURT, il duo britannico formato da Richard Barrett e Paul Obermayer attivo da circa trent’anni sul crinale che unisce improvvisazione e ricerca sonora. Il 20 dicembre, infine, un’altra festa per i 40 anni del CSC (Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova) che coincide con i 10 anni di SaMPL, due strutture che hanno promosso e continuano a produrre, in Padova, musica assistita dalla tecnologia a livelli di assoluta eccellenza. Giovanni Mancuso presenta la sua nuova opera multimediale ispirata ai Campi magnetici, scrittura poetica surrealista del 1919 firmata da André Breton e Philippe Soupault, e Nicola Sani un’altra sua novità assoluta. Nei diversi programmi, accanto alle novità, la presenza dei grandi compositori del secondo Novecento come Nono, Boulez, Sciarrino, Grisey, Harveye anche Šostakovič.
In parallelo e a completare la rassegna dei concerti, prosegue la fortunata esperienza degli aperitivi acusmatici RADIA, sessioni di ascolto a tema che si svolgono alle 18.30 nell’ambiente ideale dell’Auditorium Pollini attrezzato allo stato dell’arte con un sistema multicanale, a cui fa seguito un free bar. Nei quattro appuntamenti autunnali (26 settembre, 16 ottobre, 19 novembre, 20 dicembre), RADIA continuerà l’esplorazione delle infinite forme di arte sonora, spaziando tra musica elettronica, radiofonia, documentari sonori, oscure esperienze di ascolto e multicolori paesaggi sonori.