

Myra Melford
piano
Mary Halvorson
chitarra elettrica
Susie Ibarra
batteria, percussioni
Ingrid Laubrock
sassofoni
Tomeka Reid
violoncello
Non si contano ormai le musiciste – compositrici e improvvisatrici – protagoniste assolute della scena contemporanea.
Ma un quintetto come “Fire and Water” suscita attese molto alte, dal momento che è composto da artiste tutte a loro modo trainanti e significative sia in veste di leader che di strumentiste virtuose.
L’idea viene da Myra Melford, autrice di esperienza ultra-decennale e in qualche modo la veterana del gruppo.
Ispirandosi a una serie di opere del pittore Cy Twombly, Melford ha proposto alle altre un programma che avrebbe dovuto essere occasionale ma che, dato il successo dei concerti a New York, ha preso sempre più corpo, diventando progetto in pianta stabile.
Myra Melford è fin dall’inizio degli anni 90 una forza propulsiva del jazz di ricerca a cavallo dei generi, pianista dalla finezza e dall’energia inesausta, a proprio agio con repertori pianistici e con gruppi da camera, con le avanguardie di inizio secolo e le musiche orientali. Leader di trii o di gruppi più larghi (Be Bread, Snowy Egret, tra gli altri) ha condiviso la propria musica con solisti come Dave Douglas, Marty Ehrlich, Cuong Vu, Mark Dresser, Tyshawn Sorey e molti altri. Ha suonato diverse volte per il Centro d’Arte, l’ultima in duo con un’altra pianista, Satoko Fujii.
Altro nome in vetta alle preferenze di critica e pubblico in questi anni è quello della chitarrista Mary Halvorson, capace di rinnovare con fantasia il linguaggio del suo strumento e di renderlo inconfondibile in tutte le situazioni in cui è chiamata a collaborare. Halvorson è stata allieva di Anthony Braxton ma si è presto distanziata da quel modello, esprimendosi sia nella formula del trio che in quella dell’ottetto, affermando come compositrice una poetica ricca di sfumature e di possibilità, L’ultima sua creatura, il gruppo Code Girl, dà ampio spazio all’uso della vocalità e della forma canzone.
La percussionista Susie Ibarra si è affermata dapprima nel jazz energico di David S. Ware e di Assif Tsahar, maturando in seguito uno stile più razionale e compassato, sia nei suoi trii con piano e violino, che nelle recenti composizioni più ambiziose, ricche di influenze orientali e dedicate ai timbri di percussioni anche auto costruite.
Ingrid Laubrock, tedesca naturalizzata americana, dopo una lunga gavetta nel campo della improvvisazione istantanea, è adesso riconosciuta come compositrice autorevole, specie dopo l’uscita di opere ambiziose come “Contemporary Chaos Practices” e “Dreamt Twice, Twice Dreamt”, dove la sassofonista sembra rinnovare una certa concezione di “third stream” arricchita dall’uso dell’elettronica. Anche i recenti duetti con il marito batterista Tom Rainey sono molto significativi.
Il violoncello di Tomeka Reid completa una formazione straordinaria. Reid è cresciuta musicalmente nell’Association for Advancement of Creative Musicians di Chicago, brillando negli organici di George Lewis, Nicole Mitchell e suonando in occasioni speciali con l’Art Ensemble of Chicago. Conta collaborazioni numerose (Anthony Braxton, Mike Reed, Hear in Now, Joe McPhee, tra gli altri). È leader di un importante quartetto e co-leader del trio Artifacts.
(Stefano Merighi)
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In collaborazione con Università degli Studi di Padova nell’ambito di Opera Libera, progetto speciale per le celebrazioni dell’ottavo centenario dell’Università di Padova
- Ascolti
Myra Melford
The Other Side of Air (Firehouse 12, 2018)
Mary Halvorson Octet
Away with You (Firehouse 12, 2016)
Susie Ibarra
Songbird Suite (Tzadik, 2002)
Ingrid Laubrock Anti-House
Roulette of the Cradle (Intakt, 2015)
Tomeka Reid Quartet
Old New (Cuneiform, 2019)
- Web