Tim Berne
sax contralto
Matt Mitchell
pianoforte
Il legame artistico tra Tim Berne e Matt Mitchell risale al 2009, quando il pianista entra nel gruppo “Snakeoil” di Berne.
Quest’ultimo comprende all’istante che Mitchell non solo aveva introiettato la sua musica meglio di chiunque altro, ma che il suo pianismo avrebbe potuto svelare aspetti nascosti di partiture dense di contrappunti e stratificazioni ritmiche.
Il primo segnale di queste novità interpretative è dato dall’album Førage, per solo piano, in cui Mitchell distilla la complessità del repertorio di Berne e ne fa emergere le risonanze melodiche e armoniche. Da lì alla costituzione del duo il passo è breve.
La conversazione, per così dire cameristica, permette di sfoltire la densità consueta che caratterizza il segno autoriale di Tim Berne. Le composizioni si avvertono così più asciutte, lineari, e si fondono senza cesure con improvvisazioni fluenti, ma controllate, coerenti.
È palpabile la condivisione di un linguaggio consapevole e preordinato con cura, i cui limiti si possono forzare ma non tradire, dove sassofono e pianoforte si inseguono ciascuno sfruttando le intuizioni dell’altro, con il materiale tematico sempre in primo piano, a fornire la sostanza per le evoluzioni e l’imprevedibilità che mai deve mancare in questo tipo di approccio alla musica.
Tim Berne è nato a Syracuse (NY) nel 1954. Autodidatta, entra nel mondo del jazz di New York a metà anni ’70 dopo un incontro con Anthony Braxton e qualche lezione di Julius Hemphill, dunque direttamente dalle porte dell’avanguardia.
Sassofonista e compositore, fa subito valere qualità di leader e di regista sonoro. È importante l’incontro con il batterista Paul Motian, convinto sostenitore del giovane Berne, tanto da far parte spesso dei suoi gruppi. Le composizioni di Tim Berne privilegiano ampi archi narrativi, strutture multi-tematiche, con frequenti contrasti tra contrappunti e unisoni, lunghe durate, largo spazio per l’improvvisazione. È tra i più influenti autori della musica odierna. Ha inciso decine di album, molti prodotti dalla sua etichetta Screwgun. Ha inciso per diversi anni per l’ECM.
Tra i suoi gruppi ricordiamo Caos Totale, Bloodcount, Science Friction, Snakeoil.
Ha collaborato, tra gli altri, con Bill Frisell, Herb Robertson, John Zorn, Michael Formanek, Hank Roberts, Bruno Chevillon.
È uno tra gli autori più presenti nelle rassegne del Centro d’Arte, fin dal lontano 1980, nel suo esordio assoluto in Italia.
Matt Mitchell (1975) è uno tra I talenti più prolifici e interessanti emersi dalla scena avant di New York negli ultimi 15 anni. Pianista di straordinaria tecnica, compositore raffinato e complesso, dirige diversi ensemble ed è chiamato come strumentista in gruppi come il quintetto di Dave Douglas, “Snakeoil” di Tim Berne, “We All Break” di Ches Smith, “Starebaby” di Dan Weiss, il Large Ensemble di John Hollenbeck, tra gli altri.
Insieme alla batterista Kate Gentile ha firmato lo scorso anno “Snark Horse”, proteiforme corpus compositivo contenuto in ben 6 cd.
(Stefano Merighi)
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In collaborazione con Università degli Studi di Padova nell’ambito di Opera Libera, progetto speciale per le celebrazioni dell’ottavo centenario dell’Università di Padova
- Ascolti
Tim Berne – Matt Mitchell
The Angel Dusk (Screwgun, 2018)
Spiders (Out of Your Head Records, 2020)
Tim Berne
Fractured Fairy Tales (JMT, 1989)
Matt Mitchell
Førage (Screwgun, 2017)
Phalanx Ambassadors (PI Recordings, 2019)
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