Don Byron
clarinetto, sax tenore
Aruán Ortiz
pianoforte
Don Byron e Aruán Ortiz si misurano in dialoghi di rarefatta bellezza, quasi senza tempo e lontana da una tesi precostituita. È un’attitudine musicale piuttosto diffusa in molti artisti contemporanei in grado di scavare sotto la superficie di diverse trame sonore. Artisti che utilizzano una formazione stratificata – dai linguaggi popolari a quelli colti, da quelli di derivazione europea a quelli caraibici – che ha come punto di congiunzione la prospettiva ellittica della musica afroamericana.
Fiati e pianoforte non rinunciano a sperimentare, per quanto qui prevalga una dimensione volutamente tonale e introspettiva, che conduce naturalmente verso un camerismo quieto e sorvegliato, dai tracciati levigati, smussati di quando in quando da vertiginose asperità.
Il duo compone diversi brani originali, ma accoglie in repertorio classici come Ellington (Black and Tan Fantasy), Mompou (Musia Callada), Bach (Partita per violino n.1 in Si minore, BWV 1002), fino a Dolphy’s Dance dell’indimenticabile Geri Allen.
Un materiale che si ritrova in Random Dances and A(Tonalities), l’unico disco inciso dalla coppia alla fine del 2017.
Colpisce la rinuncia al virtuosismo, di cui i due sono campioni, e la scelta invece di esprimersi per sottrazione, cercando un’intesa sottile in un equilibrio tra il riconoscimento di un suono personale e un amalgama che invece accorci le differenze e affermi il duo come entità valida in quanto tale.
Sono tanti infatti i duetti memorabili del jazz: questo è diverso da tutti.
Byron dà un notevole spazio al sassofono tenore, pur essendo il clarinetto il suo strumento principe; Ortiz sorprende per una versatilità sicura in ogni sfumatura dell’espressione.
Don Byron (1958) è da decenni un maestro del jazz a tutto campo. Clarinettista d’avanguardia, in grado di assimilare svariati idiomi, è autore originale e insieme rifinitore di musiche d’uso, orchestratore che rivitalizza repertori del passato considerati attualissimi. Come ad esempio il klezmer parodistico di Mickey Katz, le musiche ballabili ma geniali di Raymond Scott e John Kirby, per non parlare dell’immenso Ellington. La sua ampia discografia comprende anche gruppi con Uri Caine, Bill Frisell, Jack DeJohnette, omaggi al rhythm and blues e alla blaxploitation.
Ha vinto un Guggenheim Fellowship nel 2007 ed è stato finalista al Pulitzer Prize per composizione nel 2009.
Aruán Ortiz è di Santiago di Cuba (1973) ed è pianista in grado di sintetizzare tutta la complessità della musica cubana.
Negli Usa dal 2002, si è dedicato a molteplici avventure creative : dal jazz (con collaborazioni di alto livello, da Andrew Cyrille a Wadada Leo Smith, da Greg Osby a William Parker e Don Byron..), alle composizioni per la danza ed il cinema, fino alle orchestre e al camerismo classico.
Una personalità performativa aperta, impegnata a cancellare gli ostacoli che dividono i linguaggi dei generi musicali.
(Stefano Merighi)
- Ascolti
Don Byron & Aruán Ortiz
Random Dances and (A)Tonalities (Intakt, 2018)
Don Byron
Tuskegee Experiments (Nonesuch, 1992)
Music for Six Musicians (Nonesuch, 1995)
Ivey-Divey (Blue Note, 2004)
Aruán Ortiz Trio
Hidden Voices (Intakt, 2016)
Aruán Ortiz
Cub(an)ism (Intakt, 2017)
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