Non è necessario che i suoni siano visibili, nella forma di un esecutore in carne e ossa su di un palco, o anche di qualcosa che si muova su di uno schermo. Anzi, spesso ascoltando musica dal vivo si chiudono gli occhi per non farsi distrarre dai gesti di chi sta suonando. Ascoltare, e nient’altro, è un’esperienza diversa e unica, e tanto più lo è in una dimensione collettiva e comunitaria.
La percezione uditiva, senza controparte visiva, attiva una dimensione diversa, nuova e in sé completa, nella quale l’ascoltatore può fare a meno di una diretta e oggettiva percezione della relazione causale tra il suono e la sua origine (visibile): ne nasce un ascolto più consapevole, concentrato, interiore.
Tanto più questo può succedere se le fonti sonore sono moltiplicate intorno al soggetto che ascolta: un sistema multicanale, in una sala specializzata, permette un’esperienza davvero immersiva, molto più ricca e varia dell’ascolto a cui si è solitamente abituati, anche quello più individualizzato dell’ascolto in cuffia.
D’altra parte la performance non è veramente assente in una situazione del genere: un suono si muove nello spazio anche se non è programmato per farlo, e se c’è qualcuno che, in quel dato luogo e momento, esegue in tempo reale una musica già pronta su un supporto, ‘suonandola’ e interpretando il luogo fisico che condivide con gli ascoltatori. Si attiva così la dimensione spaziale del suono e con essa le sue potenzialità “drammaturgiche”, nel mutare di direzione, distanza, punto focale, sorgente.
RADIA, un titolo che si rifà al profetico manifesto con cui Marinetti e Masnata lanciavano nel 1933 una nuova arte di suoni invisibili, propone una serie di sei appuntamenti nel sistema multicanale dell’Auditorium Pollini, un festival che tocca tutte le diverse forme di arte acustica che si fondano appunto sulla dimensione più evocativa, immaginifica, e anche narrativa, che il puro e semplice ascolto può esaltare: dalla musica acusmatica e fonografica al radiodramma, dalla soundscape composition al documentario sonoro.
La regia sonora sarà curata, di volta in volta, da allievi della Scuola di musica elettronica del Conservatorio “C. Pollini” sotto la supervisione di Alvise Vidolin.
Consultate il nostro calendario per scoprire tutti gli appuntamenti di RADIA.
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Un progetto del Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova
In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Musica “C. Pollini” di Padova