Come di consueto, con l’autunno il Centro d’Arte riapre il suo annuale cartellone di musiche nuove e nuovissime, che da sempre offre al pubblico padovano l’opportunità di poter ascoltare un ricco campionario delle esperienze musicali di stretta attualità. Sostenuta da un sempre crescente successo di pubblico, non soltanto giovanile, la proposta musicale dal Centro d’Arte è sempre specchio delle tendenze più attuali, frutto com’è di un attento lavoro di esplorazione da parte di un gruppo di curatori attenti a presentare, oltre a esperienze già in circolazione, anche i frutti di una collaborazione attiva con i musicisti, volta a creare e proporre nuove produzioni originali, in alternativa alle proposte ‘di giro’ per quanto interessanti e originali.
Il Centro d’Arte è dunque oggi un vero e proprio hub della musica innovativa, promotore di spettacolo e di iniziative comunitarie, ed è inoltre sempre più attento alla valorizzazione del proprio ricchissimo archivio, che si concretizza per mezzo di pubblicazioni, fisiche e online, di importanti esperienze del recente passato. Tutte queste attività sono possibili grazie all’organico rapporto che lega il Centro d’Arte all’Università di Padova, al fondamentale sostegno del Ministero della Cultura, e ai contributi del Comune di Padova e della Regione Veneto.
Quest’anno sono quattro i momenti che accompagneranno il 2023 alla sua conclusione, quattro espressioni della musica attuale diverse tra loro e come sempre fuori schema; le accomuna il loro essere, ciascuna a suo modo, autenticamente transnazionali. Si tratta del duo formato da Kaja Draksler e Susana Santos Silva (5 ottobre), della performance di Andrea Centazzo (26 ottobre), della serata con Alessandro Bosetti e Reinier van Houdt (10 novembre), del quartetto The Bridge di Rodrigo Amado (30 novembre).
Si inizia dunque il 5 ottobre, alla Sala dei Giganti, con due musiciste che da tempo collaborano in una medesima area di ricerca dominata dall’improvvisazione, in cui confluiscono tuttavia molteplici linguaggi e influenze. Kaja Draksler, pianista slovena residente in Danimarca, la cui solida formazione ha radici sia nel repertorio classico sia nel jazz e Susana Santos Silva, trombettista portoghese residente in Svezia, già ospite del Centro d’Arte con la Fire! Orchestra nel memorabile concerto di due anni fa al Teatro Verdi. La musica del duo abita uno spazio sonoro misterioso e ammaliante, costruito su lunghe esplorazioni strumentali dove composizione e improvvisazione si alternano senza soluzione di continuità.
Il 26 ottobre al Teatro Torresino è la volta di Andrea Centazzo, percussionista, compositore, tra i pionieri della free music europea, ormai da trent’anni cittadino USA. Centazzo torna a Padova con una delle sue performance solistiche in cui opera al centro di un nutritissimo arsenale di percussioni, un formato che inaugurò nel corso degli anni 70 allorché comparve diverse volte nelle stagioni del Centro d’Arte. Uno di questi memorabili episodi, risalente al 1977, verrà presentato per l’occasione in anteprima nella forma di album, edito dall’etichetta Holidays: si tratta di un duo ad altissima temperatura con Evan Parker, padre fondatore dei nuovi linguaggi improvvisativi.
Il 10 novembre si torna alla Sala dei Giganti con Alessandro Bosetti, inclassificabile artista che da anni si muove al confine tra musica composta, improvvisata, poesia, teatro e sound art sviluppando una creatività sempre soprendente. Questa volta Bosetti riprende una celebre composizione pianistica di Robert Schumann, il Carnaval, per riscriverlo a suo modo: «pur conservando la struttura episodica dell’originale ne stravolge la musica e rimuove i personaggi per sostituirli con ritratti sonori di figure indeterminate, identità aperte e immaginarie, come se si trattasse di fotografie sovraesposte in cui dei volti si trasformano in macchie di luce». Gli episodi di questo Carnaval 2, inframmezzati da ‘sipari’ elettroacustici, sono affidati alle mani di un pianista virtuoso ed eclettico, l’olandese Reinier van Houdt.
L’anno si chiude dunque il 30 novembre presso la Sala dei Giganti con il quartetto euro-americano “The Bridge”, recente progetto di Rodrigo Amado, prolifico ed energico sassofonista portoghese, che ha riunito attorno a sé un gruppo di solisti dediti alla libera improvvisazione. Amado ha convocato per l’occasione un altro dei padri fondatori, il pianista Alexander von Schlippenbach, fondatore negli anni 60 della Globe Unity Orchestra e leader di decine di altri organici, un primattore delle percussioni come Gerry Hemingway (già con Anthony Braxton anni ’80), e il contrabbassista Ingebrigt Haker Flaten, esponente di una generazione più giovane, affermatosi in diversi gruppi della scena nordeuropea prima di trasferirsi negli Stati Uniti.