Dopo la pausa estiva, il Centro d’Arte riprende l’attività occupando l’ultimo scorcio del 2018 con una decina di appuntamenti tutti in esclusiva italiana che incrociano composizione e improvvisazione contemporanea, jazz, elettronica. Lo sguardo sulla produzione musicale di oggi è sempre un’esplorazione ad ampio raggio cui partecipa un pubblico sempre più numeroso, eterogeneo e curioso. Il Centro d’Arte assicura poi massima accessibilità ai concerti con una politica di prezzi molto ridotti, e sempre 1 solo euro per gli studenti dell’Università di Padova.
Le molteplici attività della seconda parte del 2018 sono in numero doppio rispetto allo scorso anno, e sono state possibili grazie, da una parte, a un rinnovato impegno degli enti locali, oltre al consueto sostegno dell’Università di Padova e del MIBAC; e dall’altra dall’ampliamento della rete delle collaborazioni: oltre al SaMPL-Conservatorio, quest’anno anche Padova Jazz Festival e la Fondazione Omizzolo-Peruzzi.
La collaborazione con il Conservatorio cittadino e il laboratorio di SaMPL è un’alleanza sempre più produttiva ed efficace che si concretizza in due ritratti di altrettanti compositori, Claudio Ambrosini e Carlo De Pirro, in apertura di stagione. A seguire una serie di appuntamenti dedicati alle musiche di area improvvisativa proposte da lauroshilau, Mats Gustafsson con Christof Kurzmann e dagli Irreversible Entaglements e concluso da una serata a tre pianoforti ed elettronica. Ai concerti si intrecciano i cinque eventi di Radia, che propongono ascolti surround a tema, seguiti da un aperitivo.
Due programmi costruiti in esclusiva insieme a SaMPL sono dedicati ad altrettanti compositori veneti legati alla vita musicale di Padova e Venezia. Il 10 ottobre si festeggiano i 70 anni del veneziano Claudio Ambrosini, poliedrico protagonista della musica europea, con una carrellata dal 1976 a oggi sui suoi lavori misti strumentali-elettroacustici e multimediali che ha realizzato nelle diverse strutture che negli anni, tra Padova e Venezia, hanno saputo produrre musica elettroacustica allo stato dell’arte: il CSC, il LIMB e più recentemente SaMPL.
Alla musica visionaria e appassionata di Carlo De Pirro, precocemente scomparso dieci anni fa è dedicata la serata del 23 ottobre; oltre a un ricordo raccontato da chi gli era amico e ha lavorato con lui, nel concerto saranno presenti musiche appartenenti a diversi momenti e aspetti del suo lavoro: dall’ultima pagina, un quartetto d’archi, ai lavori per strumenti ed elettronica, e quelli per Disklavier, un “iperstrumento” in cui De Pirro ha investito molto della sua creatività.
A completare il trittico dedicato alla composizione contemporanea, un appuntamento che il 20 dicembre rinnova una tradizione inaugurata dal Centro d’Arte nel 2012, ossia la proposta di rare musiche per diversi pianoforti, opportunità offerta dalle strutture del Conservatorio, con una novità assoluta di Claudio Ambrosini posta nel contesto di autori fondamentali dell’avanguardia postbellica: opere di John Cage, Mauricio Kagel e Morton Feldman vengono presentati in realizzazioni multimediali ad hoc che si servono, oltre che dei tre pianoforti, del sistema di proiezione del suono multicanale dell’Auditorium.
Le altre serate, dedicate alla musica afroamericana e all’improvvisazione non idiomatica, si susseguono a partire dal 5 novembre con il concerto, in collaborazione con Padova Jazz Festival, di Irreversible Entanglements, una formazione di quattro musicisti con una vocalista, che ripropone attualizzandola la formula della “jazz poetry” emersa negli anni ’60 nelle comunità africano-americane come veicolo di protesta sociale, e che oggi incorpora hip-hop e free jazz.
Poi il 30 novembre con lauroshilau, un trio multinazionale formato da Pak Yan Lau, Audrey Lauro e Yuko Oshima, la cui musica quieta e in lento sviluppo è un’esplorazione estemporanea, molto concentrata e sofisticata, di delicate trame sonore per mezzo di strumenti a fiato, a percussione ed elettronici, tastiere e toy piano. Nella stessa serata il duo formato dallo svedese Mats Gustafsson e dall’austriaco Christof Kurzmann, che con sassofoni ed elettronica propongono invece un discorso altrettanto estemporaneo ma basato sull’intensità e un’energia anche fisica.
Un altro filone di attività ha arricchito quest’anno il cartellone del Centro d’Arte, ed è la rassegna di “aperitivi acusmatici” RADIA, iniziata a giugno e già ripresa a settembre. Unici esecutori dal vivo sono in questo caso i registi del suono, che proiettano di volta in volta su sistemi a otto-dieci altoparlanti una ricca antologia di opere elettroacustiche, fonografiche, radiodrammatiche, o di “sound art” raggruppate per temi, e seguite da un aperitivo nel foyer. Due appuntamenti (12 ottobre, 9 novembre) sono dedicati a selezioni di opere da parte di esperti esterni al Centro d’Arte, veri e propri curatori ospiti, un altro agli incroci storici tra jazz rock ed elettroacustica (28 novembre) mentre l’ultimo (14 dicembre) presenterà in prima audizione assoluta le opere selezionate da una giuria internazionale a partire da un concorso lanciato nel corso dell’anno.