Con la scomparsa di Richard Teitelbaum, giusto un anno fa, terminava la lunga vicenda di Musica Elettronica Viva.
MEV è stata una vera avventura artistica, iniziata nel 1966 con un gruppo di giovani americani che si erano incontrati nella Roma irripetibile di quegli anni, dove arte, letteratura, cinema, teatro esplodevano in una fioritura collettiva di idee nuove e di esperimenti che andavano oltre la ricerca sui linguaggi. In MEV le intelligenze di Allan Bryant, Jon Phetteplace, Carol Plantamura e Ivan Vandor si erano unite a Frederic Rzewski, Alvin Curran e Teitelbaum, formatisi come pianisti e compositori a contatto con grandi maestri come Elliott Carter.
Il nome italiano di Musica Elettronica Viva giocava sull’estensione figurata del concetto di musica ‘dal vivo’ – quando allora la musica elettronica era il risultato di operazioni di laboratorio fissato una volta per tutte su di un nastro magnetico – e di una musica in movimento, totalmente improvvisata. MEV coltivava l’imprevedibile, e voleva essere un modello di interazione sociale anarchica; totalmente inclusiva, non era legata a un linguaggio, a uno stile particolare, e poteva persino, a volte, accogliere dilettanti e non-musicisti. Per quanto formata da musicisti di eccezionale levatura, MEV specie agli inizi usava mezzi semplici, primitivi, microfoni a contatto su pezzi di vetro e latte di olio, ma anche uno dei primissimi Moog, manovrato da Teitelbaum.
Con l’andare del tempo la musica di MEV cambiò, cambiarono gli strumenti, cambiò il ‘sound’. Ma non cambiò il progetto di fondo di una conversazione musicale aperta, libera, senza gerarchie. Entravano e uscivano altri musicisti: Garrett List, Steve Lacy, Anthony Braxton, Maryanne Amacher, Karl Berger, George Lewis, Pauline Oliveros. Le loro performance si tinsero del jazz più sperimentale.
Infine rimase il trio dei padri fondatori: Rzewski da anni ormai era tornato a suonare esclusivamente il pianoforte, Curran e Teitelbaum lavoravano con sterminate librerie di campioni di musiche, parole, rumori, paesaggi sonori.
Così li abbiamo ascoltati, nel 2016, a Padova, dove il Centro d’Arte ha offerto a MEV tre pianoforti, accanto alle loro strumentazioni, ed è stata forse l’unica occasione in cui li si è ascoltati in questa configurazione.
È stata anche una delle ultime occasioni di sentirli dal vivo. Ma soprattutto chi c’era si ricorda di avere assistito a una serata memorabile, che riascoltiamo oggi per la prima volta “From the archive”.
Buon ascolto!
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From the Archive #21
MEV Musica Elettronica Viva
3 giugno 2016 – Auditorium Pollini, Padova
Alvin Curran – pianoforte, tastiere, campionamenti
Frederic Rzewski – pianoforte
Richard Teitelbaum – pianoforte, tastiere, campionamenti