Da dove arriva la musica di Cecil Taylor? Quasi sempre i grandi del jazz hanno dietro ombre fraterne, codici antecedenti ben riconoscibili.
Cecil non si direbbe. Sì, un po’ di Ellington, un po’ di Monk. Ma la colata lavica che arriva da quella “batteria con 88 tasti” che è il suo pianoforte (meglio se Bösendorfer) sembra davvero un unicum nella storia della musica.
Per avvicinarsi alla sua poetica meglio affrontare il piano solo – è il nostro caso, Padova, Palasport, 1975 – formula in cui la stratificazione testuale è ancora vagamente leggibile e in cui, anno dopo anno, Cecil ha distillato anche dolcezze impressioniste.
Ma il muro del suono dei suoi anni ruggenti è invece pura resistenza afroamericana contro l’egemonia stilistica occidentale.
Buon ascolto!
•••
From the Archive #13
Cecil Taylor
11 novembre 1975 – Palasport Arcella, Padova
Cecil Taylor – pianoforte