
Sonia Visentin
soprano
Aldo Orvieto
pianoforte
Alvise Vidolin
regia del suono
Luca Richelli
live electronics
Coro di voci bianche “Cesare Pollini”
diretto da Marina Malavasi
Luca Richelli (1963)
Er schreibt es und tritt vor das Haus – Wir trinken dich nachts
Da Schwarze Milch (2015), testo di Paul Celan (Todesfuge da Mohn und Gedächtnis, 1952)
per soprano, coro di voci bianche, pianoforte ed elettronica
Commissione del laboratorio SaMPL per la Giornata della Memoria 2015
Prima esecuzione assoluta
Luigi Nono (1924–1990)
Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz (1966) per nastro magnetico
Viktor Ullmann (1898–1944)
Hölderlin-Lieder (Theresienstadt, 1943) per soprano e pianoforte
Sonnenuntergang – Der Frühling – Abendphantasie
Drei hebräische Knabenchöre (Theresienstadt, 1944) per voci bianche
Am’cha Jissrael – Haleluja – Hedad, hedad, gina k’tana
Claudio Ambrosini (1948)
Lied ohne Worte (2004)
per soprano, coro di voci bianche, pianoforte ed elettronica. Drammaturgia, scelta, adattamento dei testi e traduzioni di Claudio Ambrosini. Testi originali di Beethoven, Schiller e di bambini internati nel campo di concentramento di Terezìn (Pavel Friedmann, Hanus Hachenburg, “Teddy” L 410 e altri senza nome)
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In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Musica “Pollini” di Padova.
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Il Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova e SaMPL, il suo Laboratorio di Ricerca e Produzione per la musica elettronica rinomato a livello internazionale, in collaborazione con il Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova, celebrano quest’anno con eccezionale rilievo la Giornata della Memoria 2015.
Il 27 gennaio 2015 alle ore 20.15, presso l’Auditorium Pollini, verranno presentati alcuni lavori per coro di voci bianche, soprano, pianoforte ed elettronica di Viktor Ullmann, Luigi Nono, Claudio Ambrosini e Luca Richelli.
Viktor Ullmann è stato uno dei grandi compositori ebrei tedeschi che vissero la dura esperienza di Theresienstadt. Nel gennaio 1941, nel corso della Conferenza di Wannsee, i gerarchi del nazismo decisero di istruire, nel quadro della “soluzione finale”, un ghetto ebraico nell’antica fortezza di Theresienstad, alle porte di Praga. Dal 1941 al 1945 Theresienstadt divenne l’ultima enclave della cultura ebraica dell’Europa di Hitler: intellettuali, attori, musicisti e compositori diedero vita ad una delle più straordinarie avventure culturali del XX secolo. Di Ullmann verranno presentati gli ultimi Lieder per voce e pianoforte dal soprano Sonia Visentin accompagnata dal pianista Aldo Orvieto, sugli struggenti testi di Friederich Hölderlin che si concludono con una “invocazione alla vita”, messa in musica in uno dei luoghi di dolore più disperati della storia dell’umanità: “Vieni ora dolce sole! Il cuore troppo desidera;/ma finalmente ti esaurirai, giovinezza /Sognatrice senza mai riposo! /Placida e serena verrà la vecchiaia” e tre canzoni ebraiche per coro di voci bianche interpretate dal Coro “Cesare Pollini” diretto da Marina Malavasi. Gli artisti saranno anche impegnati in due importanti lavori contemporanei: Schwarze Milch(latte nero) di Luca Richelli, sul celebre testo Todesfuge di Paul Celan (in prima esecuzione assoluta) e Lied ohne Worte di Claudio Ambrosini, primo musicista non francese che fu insignito, nel 1985, del Prix de Rome dall’Accademia di Francia ed è stato nominato “Leone d’Oro” per la musica alla Biennale di Venezia nel 2007.
Il lavoro di Ambrosini Lied ohne Worte, si potrebbe definire un “canto per cui non ci sono parole” è intonato sui versi intensissimi scritte da bambini ebrei internati nel campo di concentramento di Terezìn. Quindicimila bimbi che ritrovano per un momento la voce attraverso quella di questo coro di voci bianche per dirci della durissima vita del ghetto, dello stato di attesa senza speranza, della maturazione forzata che li porta costantemente a pensieri molto più gravi di quelli consoni alla loro età. Come in un corto circuito, ai versi scritti nel campo di concentramento si contrappone l’inebriante visione di Schiller, quella espressa in An die Freude e fatta propria da Beethoven per il testo del notissimo Inno alla Gioia che chiude la Nona Sinfonia. Quanta speranza, quanta fiducia, utopia di una fratellanza universale in un mondo migliore, aveva concettualmente unito allora i due grandi artisti tedeschi, ubriacandoli di gioioso entusiasmo! L’occasione concertistica ha costituito un momento di crescita autentica per i piccoli musicisti del Coro “Cesare Pollini” chiamati a confrontarsi su testi che realisticamente descrivono la durezza della vita che i loro coetanei erano chiamati a vivere, oltre settant’anni fa, nel ghetto di Theresienstadt.
Cosa ti hanno fatto in Auschwitz di Luigi Nono, completa la serata con una carica espressiva e comunicativa estrema, di stravolgente denuncia. Erwin Piscator si era rivolto a Luigi Nono per le musiche necessarie all’allestimento del lavoro teatrale di Peter Weiss, un atto di accusa contro i crimini nazisti: erano così nati dei cori che cercavano di interpretare il senso della terribile tragedia umana di Auschwitz. Nel 1966, dai cori composti per Piscator e Weiss, Nono ricava ulteriore materiale elaborato presso lo Studio di Fonologia Musicale della Rai di Milano e portava a compimento un’opera totalmente indipendente dalla scena: Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz. Proprio in virtù dell’assunzione di procedimenti nuovissimi, i “cori” di Auschwitz si caricano di una potente forza di evocazione. Le voci, spesso operanti in registri acutissimi, si spingono fino ai limiti di quella zona espressiva in cui cade la necessità della parola cantata, e dove l’ascoltatore è violentemente immesso in una dimensione angosciosa che da sola giunge al cuore della sostanza contenutistica.
Rassegna
sampl(es)
Note
In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Musica “Pollini” di Padova.