Ensemble SMET:
Pietro Caramelli
Stefano Cicerone
Andrea Marazzi
Matteo Martino
Federico Primavera
generatori sonori sperimentali
Stefano Bassanese
regia del suono
Mauricio Kagel
Acustica (1968-70) per generatori sonori sperimentali e altoparlanti
•••
Acustica è stato scritto “per generatori sonori sperimentali e altoparlanti” ed è uno dei lavori più radicali e spettacolari di Kagel, un punto culminante nella sua ricerca, così tipica degli anni Sessanta, di sfuggire alle convenzioni e alle limitazioni del concerto, se non proprio della musica che si era pensata e fatta fino ad allora. Gli strumenti sono tutti inventati, o riciclati, in una maniera che è caratteristica della fantasia umoristica e surreale di Kagel. Agli esecutori si richiede di costruirli, oltre che, naturalmente, di suonarli seguendo una notazione meticolosissima. Unica eccezione è un trombone, mentre una collezione di suoni fissati su nastro (eletttronici ma anche ‘concreti’) si mimetizza e si confonde con i suoni sperimentali prodotti dal vivo.
Kagel ha detto di Acustica: «L’ascoltatore si trova davanti a un organico alquanto inconsueto che, al primo aspetto, non sembra un’estensione della gamma degli strumenti sonori, ma piuttosto un elemento di rottura con la tradizione. Invece questi strumenti testimoniano alcuni tra i tanti punti nel continuo della produzione del suono che sono ancora da scoprire: strumenti come sintomo di tutto quello che finora non è stato esplorato. […] Acustica ha due strati quasi separati: uno è l’esecuzione di un nastro magnetico a quattro piste con processi temporalmente fissati, mentre il secondo risulta dalle azioni di una serie di strumentisti, che possono variare da un’esecuzione all’altra sia nella scelta del materiale musicale che nei modi di interazione.[…] In contrasto al nastro la parte strumentale non è da considerare finita: ho progettato molti altri generatori di suono che vorrei ancora utilizzare in questo pezzo. Provvisoriamente la partitura è scritta su circa 200 schede. L’ordine delle schede e le interazioni non sono fissati, ma vengono elaborati dagli esecutori durante le prove. Ogni azione (spesso con uno svolgimento scenico-musicale abbastanza complesso) è descritta scrupolosamente. La libertà concessa agli esecutori per l’aspetto temporale deve essere compensata da un perfetto controllo del testo e del contesto. Solo così l’esecutore può andare oltre la riproduzione della sua parte per entrare in una collettività di musicisti, che nel loro modo di interpretazione considerano l’ascoltare gli altri come se fossero gli ascoltatori di se stessi».
L’ensemble SMET si è formato attorno alla Scuola di musica elettronica del Conservatorio di Torino per impulso di Stefano Bassanese che vi insegna e la coordina dal 2010. L’ensemble, formato da allievi ed ex-allievi, ha avuto negli ultimi anni l’opportunità di lavorare con diversi compositori e musicisti che sono stati ospitati dalla Scuola: Nicolas Collins, Phill Niblock, Giancarlo Schiaffini, Jean-François Laporte, Michele Lomuto e prossimamente Uri Caine. Hanno al loro attivo diverse realizzazioni di storici lavori della musica del secondo 900 come Transición II di Kagel, Mikrophonie I e Plus-Minus di Stockhausen, Rainforest IV di David Tudor, The Queen of the South e Gentle Fire di Alvin Lucier, e svariati lavori elettroacustici di John Cage e Luigi Nono. La produzione di Acustica qui presentata ha vinto il Premio delle Arti del MIUR per il 2018.
•••
In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Musica “C. Pollini” di Padova e con la Scuola di musica elettronica del Conservatorio “G. Verdi” di Torino