Radiofonia tra musica, racconto e documentario
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Matteo Polato
regia del suono
In questo appuntamento, RADIA intende approfondire quello stretto legame, o per meglio dire quella fratellanza che da sempre esiste tra musica elettronica acusmatica e produzione radiofonica. Come si sa, la musica elettronica è nata negli studi radiofonici (in centri di produzione nelle strutture della RAI di Milano, o di Colonia, Parigi o della BBC, per citare i più noti): i compositori e i ricercatori ne sfruttavano le tecnologie e gli spazi architettonici per le proprie ricerche. In cambio, le radio necessitavano dei bizzarri suoni prodotti negli studi elettronici per effetti sonori o commenti audio evocativi per le trasmissioni.
La vicinanza tra radio e ricerca musicale creò forme d’arte acustica ibride che, pur radunandosi solitamente sotto il nome di “radiodrammi”, si disperdono in una moltitudine labirintica di esperienze delle più disparate, dal pop alla sperimentazione radicale. In generale, però il radiodramma gioca con la voce umana, con la musica strumentale, con il campionamento e la sintesi, col riconoscimento, la familiarità, l’astrazione e l’ambiguità del suono per raccontare, narrare attraverso il suono.
(Matteo Polato)
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RADIA esplora le dimensioni percettive, immaginifiche, evocative, narrative e tecniche del suono acusmatico, l’esperienza del solo ascolto slegato dalla visione. Traccia percorsi tematici all’interno del territorio sconfinato dell’arte sonora, dalla musica elettroacustica alla fonografia, dalla soundscape al documentario sonoro al radiodramma.
Non ci sono musicisti sul palco né proiezioni video, ma i multiformi spazi acustici di un impianto immersivo a otto canali.
RADIA è un progetto del Centro d’Arte in collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Musica “C. Pollini” di Padova