Daniele Ruggieri
flauto
Davide Teodoro
clarinetto basso
Mauro Beggio
tamburo rullante
Matteo Liva
Disklavier
Niccolò Dotti
oboe
Letizia Laudani
violino
Piero Bonato
violoncello
Valentina Bertin
pianoforte
Alberto Anhaus
percussioni
Claudio Ambrosini
direttore
Alvise Vidolin
regia sonora e live electronics
Alessandro Fiordelmondo
assistente alla regia e al live electronics
Claudio Ambrosini (1948)
Pictures at Another Exhibition (2018), per Disklavier con video
prima esecuzione assoluta
Apocalypsis cum figuris (2012), fonurgia drammatica per tamburo rullante ed
elettronica
Commissione e Produzione SaMPL 2012
Ogni emozione dell’aria (2011), per clarinetto basso e live electronics
Produzione SaMPL per Sound Music Computing 2011
Il satellite sereno (a Bruno Maderna) (1989), per ensemble ed elettronica
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La festa che il Centro d’Arte e SaMPL dedicano ai 70 anni di Claudio Ambrosini non è una retrospettiva, ma piuttosto un riepilogo delle sue invenzioni più recenti. La serata comprende quasi esclusivamente lavori misti strumentali-elettroacustici che Ambrosini ha realizzato nelle diverse strutture che negli anni, tra Padova e Venezia, hanno saputo produrre musica elettroacustica allo stato dell’arte, come il CSC, il LIMB e, più recentemente SaMPL.
Accanto a due recenti produzioni SaMPL è presente un lavoro per Ensemble ed elettronica, Il satellite sereno, ispirato se non altro nel titolo alla celebre Serenata per un satellite di Maderna, partitura ‘aperta’ che ha avuto innumerevoli realizzazioni, tra le quali anche una particolarmente inventiva proprio da parte di Ambrosini.
Formatosi musicalmente negli anni 70, fin da studente Ambrosini dimostrava interessi parecchio eccentrici rispetto al ‘mainstream’ della cultura in cui sono cresciuti i compositori della sua generazione: insieme a quelle di musica medievale e rinascimentale, Ambrosini è stato uno dei primi allievi della scuola di musica elettronica del Conservatorio di Venezia, fondata da Alvise Vidolin – inizio di un sodalizio che si sta protraendo da più di 40 anni – ma era già allora uno sperimentatore a tutto campo, che negli anni Settanta si affermava come pioniere della videoarte e insieme firmava un concept album (The Arid Land, pubblicato nientemeno che da CBS) vero incunabolo del prog italiano.
Da queste esperienze Ambrosini è entrato solo gradualmente nella dimensione della composizione musicale più o meno convenzionalmente intesa, rimettendo però sempre in discussione tutti i suoi strumenti di lavoro, a partire dalle tecniche strumentali, per arrivare a inventarsi di volta in volta i suoni. Questo, tra l’altro era il programma dell’Ex Novo Ensemble da lui fondato, a cui appartengono tuttora alcuni dei musicisti che lo omaggiano in questa occasione come Daniele Ruggieri, Davide Teodoro e anche Aldo Orvieto.
‘Scoperto’ nell’ambito dell’importante rassegna di Venezia Opera Prima nel 1982, sostenuto dall’entusiasmo di Luigi Nono e Salvatore Sciarrino, nel giro di pochi anni Ambrosini vinceva il Prix de Rome dell’Accademia di Francia, primo compositore non francese nella storia secolare del prestigioso riconoscimento e si avviava a una carriera brillante, costruendo un catalogo oggi ricchissimo di composizioni le più varie per strumenti tradizionali e no, di opere teatrali, di musica sperimentale, tra una Passionsmusik e un omaggio a Casanova, tra il futurismo e Andrea Zanzotto.
Apre la serata una prima esecuzione assoluta, in cui un pianista, in questo caso Matteo Liva, esegue sull’iperstrumento Disklavier® una lunga suite di ‘quadri’ tra lo sperimentale e l’umoristico ispirati a una eterogenea serie di dipinti che scorrono sullo schermo davanti all’ascoltatore.
(VR)
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In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab
del Conservatorio di Musica “C. Pollini” di Padova
e Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova
Rassegna
Centrodarte18
Note
Foto
© Francesco Ganis