© Petra Cvelbar

Nate Wooley
tromba

Alexander Hawkins
pianoforte

Pascal Niggenkemper
contrabbasso

Harris Eisenstadt
batteria

Harris Eisenstadt ha suonato per il Centro d’Arte quattro anni fa: era batterista nel quintetto di Nate Wooley, il quale ora cambia ruolo, giocando da solista nel Canada Day Quartet di Eisenstadt.
È molto frequente infatti che sulla scena del jazz contemporaneo (come in quello storico, d’altronde) i protagonisti cambino pelle pur rimandendo fedeli al contesto a loro più congeniale; ma soprattutto che diversi musicisti facciano valere le proprie doti non soltanto come strumentisti ma anche come compositori e arrangiatori. E in questo, i batteristi hanno un talento particolare, sviluppato forse dal fatto che essi sono spesso il motore indispensabile della musica di gruppo, o che, tramite essi, i solisti “melodici” sfruttino al meglio le loro qualità.
Harris Eisenstadt è tra i più brillanti batteristi-compositori ed ha ormai già una vasta esperienza. Ha diretto diverse band (September Trio, Woodblock Prints, The Soul and Gone, Golden State..), ma Canada Day è quella più longeva e che gli permette di esprimere più compiutamente il suo lato jazzistico. Nei quattro album incisi a nome del gruppo l’organico era solitamente un quintetto, con due fiati, basso e vibrafono. Quest’ultima versione invece riduce la formazione a quartetto e inserisce il piano al posto del vibrafono, togliendo un sax tenore. Ma la fisionomia del gruppo rimane ben legata alla tradizione del jazz, specie quella targata Blue Note versione “avanzata”, con frequenti riferimenti a pagine di Dolphy, Hutcherson, Williams, Hubbard, oppure, per la costante flessibilità ritmica e metrica, a certi spunti mingusiani.. Soprattutto consente ad Eisenstadt di far valere sia la sua formazione d’avanguardia che quella più legata alle culture popolari africane a caraibiche (di cui è cultore da lunga data).

Harris Eisenstadt è nato a Toronto nel 1975. Ha suonato in tutto il mondo sia come leader che come batterista. Ha ottenuto commissioni da diversi enti (American Composers Forum, Canada Council for the Arts, Meet the Composer), è insegnante e saggista. Ha suonato, tra gli altri, con Wadada Leo Smith, Butch Morris, Ned Rothenberg, Adam Rudolph, Nate Wooley, Ellery Eskelin. Ha viaggiato a lungo in Africa occidentale, compiendo ricerche sulle musiche Wolof e Mandinka, e a Cuba, lavorando a contatto con i collettivi musicali di Matanzas.

Nate Wooley è nato a Clatskanie nel 1974. Si è trasferito a New York nel 2001 diventando trombettista e compositore tra i più quotati al mondo. Si distingue sia nell’ambito del jazz che in quello contemporaneo ed elettronico, sia nella composizione tradizionale che nell’improvvisazione più radicale, estendendo in maniera inusuale la tecnica strumentale applicata alla tromba. E’ leader di alcuni gruppi e suona regolarmente con Ken Vandermark, Paul Lytton, Peter Evans, Chris Corsano, Evan Parker, tra gli altri.

Alexander Hawkins è nato a Oxford nel 1981. Si è rivelato tra i più talentuosi tastieristi europei degli ultimi anni, collaborando con Louis Moholo-Moholo, sia in duo che in gruppo. Ha suonato inoltre con Mulatu Astatke, Evan Parker, Anthony Braxton, Rob Mazurek, Matana Roberts, Shabaka Hutchings. È stato nominato strumentista dell’anno 2016 nel Parliamentary Jazz Award. Ha suonato per il Centro d’Arte nel 2015 con il trio Decoy che ospitava il sassofonista Joe McPhee.

Pascal Niggenkemper è franco-tedesco di stanza a New York. Formatosi a Colonia, in seguito ha partecipato a molti concerti e incisioni di protagonisti della musica improvvisata odierna come Simon Nabatov, Gerald Cleaver, Nate Wooley, Brandon Seabrook, Tyshawn Sorey, Cooper-Moore.

(Stefano Merighi)

Ascolti

Harris Eisenstadt Canada Day Quartet
On Parade In Parede (Clean Feed)

Harris Eisenstadt
Canada Day 4 (Songlines)
Old Growth Forest (Clean Feed)

Nate Wooley
(Sit In) The Throne of Friendship (Clean Feed)

Alexander Hawkins
Song Singular (Babel)

Pascal Niggenkemper
Look with Thine Ears (Clean Feed)

Web

Rassegna

Centrodarte18

Note

Video

Foto

© Michele Giotto