Arke Sinth

Giovanni De Poli
EMS Synthi A
Marco Sambin
sax e clarinetto
Michele Sambin
sax e violoncello
Alvise Vidolin
organo, mixer

Luca Richelli
regia del suono

Nel 1973 due allievi della neonata scuola padovana di musica elettronica, Giovanni De Poli e Alvise Vidolin, si univano a due poliedrici artisti, i fratelli Marco e Michele Sambin, per formare un gruppo sperimentale che eseguiva delle partiture grafiche pensate e composte collettivamente. I loro strumenti simboleggiavano le diverse tradizioni che vi confluivano: il violoncello (musica d’arte europea), il sax (jazz), l’organo elettronico (pop) e soprattutto il sintetizzatore, nello specifico un EMS Synthi A. Quest’ultimo apparteneva materialmente a Teresa Rampazzi, che negli anni 1950-70 ebbe in quest’area georgrafica un ruolo fondamentale di animatrice e di trasmissione delle nuove esperienze musicali internazionali. La musica di Arke Sinth voleva essere qualcosa di completamente inaudito, e ci riusciva.
I quattro giovani erano, ciascuno nel suo ambito di azione, autentici sperimentatori, e coerentemente passarono presto ad altro. Se si considerano le loro carriere successive, appare ovvio che quella fu per ciascuno di loro una tipica esperienza di transizione: per De Poli, in procinto di dare vita a quello che sarà un laboratorio di computer music di rilievo mondiale -– il centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova – insieme a Vidolin, più tardi prezioso e creativo collaboratore informatico-musicale e regista del suono di Berio, Nono, Sciarrino tra i tanti; per Michele Sambin, l’avvio di un fortunato e originale percorso di artista sempre sul crinale tra invenzione visuale, nuovo teatro e ricerca strumentale, mentre Marco Sambin era già allora avviato alla carriera universitaria.
Dopo pochi incontri e appena quattro occasioni pubbliche l’esperienza di Arke Sinth scomparve nel fluire vorticoso degli anni 70. Tutto era stato però scrupolosamente documentato, ed è stato dunque possibile risvegliare per la prima volta da allora un’esperienza che dimostra tutt’oggi il suo valore, non solo storico. In occasione della pubblicazione della loro musica – su vinile, per l’etichetta Die Schachtel -– dopo 43 anni i quattro di Arke Sinth si riuniscono appositamente per riproporla con la medesima strumentazione del 1973. Verranno così reinterpretate le partiture grafiche concepite collettivamente e disegnate da Michele.
Centrodarte 70 si chiude con un avvenimento davvero unico, legato alla ricca storia musicale di una Padova ben connessa alle vicende internazionali.

(Veniero Rizzardi)

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In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab
del Conservatorio di Musica “Pollini” di Padova.


 

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Arke Sinth
Arke Sinth (Die Schachtel)

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