ON/OFF ENSEMBLE

Cecilia Allegri
Sara Mazzarotto (*)
Laura Macrì (**)
Nicolò Turatello
violino

Lisa Bulfon
viola

Annamaria Moro
violoncello

Matteo Zabadneh
contrabbasso

Riccardo Folador
oboe

Chiara Pittarella
clarinetto e clarinetto basso

Ivan Abate
sax baritono

Enrico Toffano
fagotto

Nicola Ruggieri
corno

Luca Del Ben
tromba

Tommaso Piron
trombone

Marco Buffetti (***)
Alessio Fraccaroli
percussioni

Federica Dotto
Alessandro Guadagni
Leonardo Mezzalira
pianoforte

Alice Nardo
organo

Edoardo Bardi
Francesco Dani
Martino Marini
Nicolò Pisanu
Tommaso Sartori
laptop

Enrico Angeloni
Michele Del Prete
Alessandro Laraspata
Daniele Pozzi
Giulio Sacco
regia del suono

Filippo Perocco
direttore

Con il sostegno della Regione Veneto

Matteo Gualandi (1995)
Fibre di G (2014) liberamente ispirato a Four Systems di Earl Brown, per tromba, trombone, corno, violino(**), viola, violoncello e percussione (***)

Leonardo Mezzalira (1992)
Iterum (2014) per pianoforte preparato e percussioni liberamente ispirato da Fogli d’Album di Sylvano Bussotti
Leonardo Mezzalira pianoforte preparato – Alessio Fraccaroli percussioni

Enrico Angeloni (1988) – Edoardo Bardi (1993) – Martino Marini (1988)
Nicolò Pisanu (1992) – Giulio Lucio Sacco (1993)
For 3 groups of 2 people da For 1, 2, or 3 people di Christian Wolf per violoncello, clarinetto basso, marimba ed elettronica
Annamaria Moro violoncello – Chiara Pittarella clarinetto
Marco Buffetti marimba – Edoardo Bardi, Martino Marini, Nicolò Pisani laptop Enrico Angeloni e Giulio Sacco regia del suono

Alessandro Laraspata (1982)
Music3 (2014) per violino, trombone, pianoforte, marimba e due Laptop
Nicolò Turatello violino – Tommaso Piron trombone – Alessio Fraccaroli marimba
Federica Dotto pianoforte – Francesco Dani e Tommaso Sartori laptop
Alessandro Laraspata regia del suono

Lorenzo Troiani (1989)
Nachtmusik after Karlheinz Stockhausen (2014) per clarinetto basso, violino e violoncello
Chiara Pittarella clarinetto basso – Cecilia Allegri violino – Annamaria Moro violoncello

Matteo Polato (1988) – Daniele Pozzi (1990)
4×4 Systems per pianoforte e live electronics
Alessandro Guadagni pianoforte – Daniele Pozzi regia del suono

Michele Del Prete (1974)
Serenata delle rivoluzioni (2014) sopra la Serenata per un satellitedi Bruno Maderna
per violino (*), viola, violoncello, contrabbasso, oboe, clarinetto, fagotto, corno, tromba, trombone, sax baritono, percussione, organo ed elettronica
Michele Del Prete regia del suono

Tutti i brani sono in prima esecuzione assoluta

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La notazione musicale pone il compositore consapevolmente creatore delle proprie opere di fronte a problematiche complesse. Esse finiscono col conferire uno statuto ambiguo alla partitura, che dell’oggetto musicale concepito dall’autore non è che la traccia.
Partitura come rappresentazione simbolica della musica; partitura come sistema di istruzioni da affidare agli interpreti tra loro coordinati che trasformano in realtà sonora le idee di un compositore; partitura come spazio di libertà reciproco tra compositore e interprete, quest’ultimo visto come un complemento creativo del pensiero del compositore, capace di apportare un valore specifico ai suoi segni e di suggerire nuove possibilità alla sua immaginazione sonora a partire da una serie di gesti comunemente codificati.
La scrittura è diventata, nei secoli, strumento principe del linguaggio e guida alla conoscenza. E così è stato, storicamente, anche per la musica e per la speculazione acustico-musicale: e in una misura davvero speciale, dovendo quei segni racchiudere, quasi esotericamente, un contenuto immateriale, stante l’evanescenza e l’invisibilità della natura del suono (e delle idee).

Da qui le ambivalenze di cui sopra e, in aggiunta, le aporie irrisolvibili di un’investigazione puramente scientifica o teorica del fenomeno sonoro – incapace di raggiungerne l’essenza estetica quando esso diventa un organismo musicale, e l’insufficienza della scrittura – la necessità, cioè, di integrarla con una tradizione di tipo orale, che da sempre ha accompagnato la storia dell’esecuzione di un brano musicale. La sfida lanciata alla scrittura, o dalla scrittura, è diventata emblematica nella ricerca musicale di tradizione occidentale del ventesimo e del ventunesimo secolo, e specialmente negli anni del secondo dopoguerra, quando, dopo la fuoriuscita del sistema tonale, si era reso necessario adottare una notazione non convenzionale (essendo quella tradizionale fondata sulla tonalità così come storicamente si era venuta a costituire) per strutturare eventi musicali complessi oppure basati sull’utilizzo di mezzi nuovi (il computer, l’elettronica) o su parametri non tradizionali o non sfruttati in maniera estensiva – per esempio il timbro. O viceversa, allora come oggi, quando si chiedeva alla scrittura di stimolare pratiche esecutive eterodosse capaci di forzare le consuetudini linguistiche fino a quel momento adottate (tonali, modali, o da esse derivate) in favore dell’informale, del caso, dello strutturalismo, della ricerca sonora a partire dagli idiomatismi, dalle idiosincrasie o dalle possibilità virtualmente consentite dalla fisica dello strumento musicale e dell’incontro di più strumenti musicali in relazione tra loro e con lo spazio, delle nuove possibilità di invenzione sonora offerte dai mezzi elettroacustici, del rapporto con la voce e il linguaggio, e della relazione con le prassi esecutive delle altre culture musicali.

Insomma, una sfida estremamente creativa, quella della scrittura musicale: mezzo di trascrizione e di trasmissione di un sogno sonoro, e trampolino per l’immaginazione e la ricerca di altri sogni e dell’interpretazione dei loro possibili significati.
E’ con questo spirito, unitamente al fatto di rendere consapevole ai giovani compositori l’importanza dei segni con i quali tracciare la propria musica, che è stato realizzato il progetto SMUG 2014, ideato da SaMPL grazie all’entusiastico e generoso concorso di Aldo Orvieto, Luca Richelli e Alvise Vidolin.
Alcune tra le “partiture grafiche” più significative dell’ultima metà del secolo, strumentali o facenti ricorso all’elettronica, sono state scelte come base di un’indagine che coniugasse idea sonora, scrittura e interpretazione in rapporti diversi tra loro ma sempre pertinenti e esteticamente significativi. I giovani compositori italiani che hanno partecipato al progetto hanno creato una loro versione di questi lavori, ispirandosene più o meno liberamente ma sempre a partire da una lucida analisi della partitura originale, con tutte le peculiarità di scrittura che la contraddistinguono, e ne hanno formulato una partitura inedita, una nuova mappa per esplorare il proprio mondo sonoro offerta all’interpretazione dei giovani musicisti del Conservatorio “Pollini”, guidati da Filippo Perocco, che si sono così trovati a misurarsi – creativamente – con pratiche esecutive a volte inconsuete e a far dialogare, insieme ai compositori loro coetanei, storia, presente e futuro.

(Stefano Gervasoni)


 

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Rassegna

l’arte dell’ascolto 2014

Note

In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Musica “Pollini” di Padova.

Il concerto fa parte della rassegna “l‘arte dell’ascolto“, rassegna nata da una proposta degli studenti del Dipartimento di Filosofia, Sociologia Pedagogica e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università degli Studi di Padova, che intende promuovere la cultura musicale presso gli studenti dell’Ateneo in via prioritaria, aprendosi anche al pubblico generale, secondo criteri di rigorosa selezione qualitativa delle proposte artistiche.

La proposta si avvale delle risorse organizzative di un consorzio di Associazioni ed enti musicali padovani di grande tradizione formato dal Centro d’Arte degli Studenti dell’Università e dagli Amici della Musica di Padova. I due organismi, che da tempo operano in collaborazione e hanno un consolidato rapporto con l’Ateneo – che ha loro affidato negli scorsi undici anni la rassegna Impara l’arte – hanno interpretato l’iniziativa studentesca nel senso di un insieme di occasioni di ascolto e di approfondimento di un ampio ventaglio di esperienze contemporanee.