© Michele Giotto

Elliott Sharp
chitarra

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CLANG ENSEMBLE

Laura Copiello
voce
Alessia Obino
voce
Nicola Negri
tromba
Riccardo Marogna
clarinetto basso
Jacopo Giacomoni
sax alto
Marcello Giannandrea
fagotto
Debora Petrina
tastiera
Mirko Di Cataldo
chitarra
Luca Ventimiglia
vibrafono
Niccolò Romanin
batteria
Paolo Calzavara
elettronica
Eliana Pecorari
tecnico video

Figura centrale del mondo musicale che si è formato negli anni 80 nell’area di downtown Manhattan e che sempre più irraggia le sue influenze sulle più disparate produzioni di oggi, Elliott Sharp ne è forse l’espressione più sfaccettata e rappresentativa. Chitarrista di blues, multistrumentista, compositore sperimentale, autore di installazioni multimedia, curatore di rassegne d’arte, ha alle spalle studi musicali con figure tanto diverse come Roswell Rudd, Morton Feldman e Lejaren Hiller, oltre all’etnomusicologia, la biologia e l’antropologia.

Nel corso degli ultimi trent’anni Sharp si è posto al centro di una rete di collaborazioni che riassumono gran parte della scena musicale contemporanea, attraversando generi e stili: John Zorn, il poliedrico Christian Marclay, la violoncellista Frances-Marie Uitti, una leggenda del blues come Hubert Sumlin, il più grande interprete del Qawwali pakistano Nusrat Fateh Ali Kahn, Debbie Harry (Blondie), Bachir Attar (direttore dell’ensemble di Joujouka) e poi Eric Mingus, Vernon Reid, Zeena Parkins, Bobby Previte, Joey Baron, David Torn, Nels Cline, Jack DeJohnette, Butch Morris, Sonny Sharrock.

Le sue composizioni sono state eseguite dall’Orchestra Sinfonica della Radio di Francoforte, dall’Ensemble Modern, dal Kronos Quartet, dal Soldier Quartet, dal Flux Quartet, da Zeitkratzer, dal SEM Ensemble di Buffalo. Una sua nuova composizione per coro verrà eseguita tra pochi giorni alla Biennale di Venezia dai prestigiosi Neue Vokalsolisten. La sua trentennale discografia conta circa novanta titoli e riflette la molteplicità dei suoi interessi, talenti, e la sua disponibilità a collaborare e a creare contatti tra le più diverse personalità del mondo musicale, senza mai smarrire il suo caratteristico stile saturo, intenso, a volte esasperatamente espressivo.

Elliott Sharp porta avanti da anni diversi ensemble e progetti, come l’Orchestra Carbon, il gruppo di blues Terraplane, oltre ad avere fondato una straordinaria big band (31 Band) che fa convergere i mondi musicali di Duke Ellington e di Edgar Varèse. Nella dimensione del solo di chitarra riesce a concentrare in modo magistrale la sua poetica. Sharp si esibisce spesso in questo formato, spesso utilizzando un’orchestra virtuale di trasformazioni elettroacustiche, ma ultimamente predilige la chitarra acustica Godin amplificata, con la quale propone nel concerto di Padova una rilettura del repertorio di Thelonious Monk, riuscendo a farne qualcosa di completamente personale.

In apertura del concerto in solo Elliott Sharp presenta – accompagnato dal workshop ensemble di Clang!, fresca novità del panorama musicale padovano – una nuova versione di Foliage, un’elaborata partitura grafica in cui Sharp ha condensato la sua predilezione per le forme organiche e i modelli generativi.

(Veniero Rizzardi)


 

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Elliott Sharp
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Ostinati! 2012

Note

Il solo di Elliott Sharp è stato preceduto dalla prima esecuzione assoluta di “Foliage”, partitura grafica affidata da Sharp a Clang Ensemble, con cui ha lavorato dal giorno prima per preparare il concerto.

Foto

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