Terry Riley
pianoforte, tastiere, voce
Amelia Cuni
voce
The Dream & Raga d’Oltreoceano
Terry Riley, uno degli indiscussi maestri della musica degli ultimi cinquant’anni, forse il vero e autentico originatore della corrente minimalista – ritorna a Padova con due distinte proposte. The Dream rientra nella tradizione delle lunghe e trascinanti improvvisazioni di cui Riley è maestro. Concepito nel 1999, si tratta del terzo di una serie di pezzi che usano l’intonazione giusta (il pianoforte deve essere ogni volta riaccordato secondo questi principi oppure si ricorre ad una tastiera ad intonazione programmabile). The Dream è in questo senso la prosecuzione di The Harp of New Albion – di cui rimane un’importante traccia nel CD The Padova Concert, registrato alla Sala dei Giganti nel 1987. The Harp, spiega Riley, è scritto secondo un’intonazione ‘a limite 5’, il che significa che tutti gli intervalli derivati per l’accordatura sono combinazioni di terze e quinte pure, e che in essa i numeri primi che si incontrano nella serie degli armonici non sono mai superiori al quinto. L’intonazione usata in The Dream è più complessa: anch’essa deriva la parte principale della sua scala dagli armonici naturali, usando la serie 1,3,5,7,9,11,13 e 21, tutti arrangiati nello spazio di un’ottava. Le difficoltà intrinseche all’uso di questa scala nell’accordatura del pianoforte (la tensione delle corde per es.) furono risolte in un sogno, da cui il titolo del pezzo.
L’accordatura di The Dream è molto lontana dalla normale accordatura temperata del pianoforte: per fare un esempio, alcune note sono del tutto assenti, mentre altre note, come il La , il Si bemolle, il Re e il Mi appaiono volte in due varianti microtonali. Dunque ci sono molte limitazioni nel movimento armonico in senso tradizionale-occidentale ma moltissime sfumature possibili nell’intonazione delle singole altezze e nelle loro risonanze. In The Dream niente è notato: come in un sogno, non c’è niente di predeterminato, e il compositore-esecutore si lascia guidare dalle possibilità dell’accordatura attraverso un’improvvisazione che è essenzialmente un’avventura sonora alla scoperta di sempre nuove concatenazioni e relazioni. In questo modo, spiega Riley, solo la sua struttura di base lo identifica come un pezzo, facendolo piuttosto somigliare a una meditazione sugli eventi musicali che passano.
Raga d’Oltreoceano è il risultato, tuttora ‘lavoro in corso’, con Amelia Cuni, cantante di Dhrupad, il genere più antico della musica colta indostana che affonda le sue origini nella musica rituale dei templi dell’India del 1300, divenuto in seguito musica di corte degli imperatori Mogul. Tale tradizione si è preservata sino ai giorni nostri all’interno di famiglie d’arte, con cui Amelia Cuni ha studiato intensivamente durante la sua decennale permanenza in India, divenendo anche in quel paese una delle più apprezzate interpreti del genere. D’altronde la tradizione classica dell’India del Nord ha influenzato profondamente il pensiero musicale di Terry Riley, che ha studiato canto Khyal con Pandit Pran Nath dal 1970 sino alla scomparsa del maestro, nel 1996.
La filigrana melodica e ritmica che impreziosisce il canto indiano, l’impatto emotivo e le suggestioni dei raga tradizionali assieme alle tecniche improvvisative della tradizione vengono elaborate dai due musicisti secondo la loro propria, differente ma affine, esperienza di approfondimento della cultura indiana. Riley e Cuni condividono un approccio eterodosso, che tende al superamento dei confini geografici e culturali fra i continenti, seppur nel manifesto rispetto della tradizione intesa come continua evoluzione e rinnovamento di un patrimonio comune.
I Raga d’Oltreoceano sono composti e improvvisati in lingue diverse quali inglese americano, hindi, italiano, e includono i versi di poeti moderni indiani e italiani nonché di Michael McClure, poeta della Beat Generation, amico e collaboratore di Riley.
Ascolti
Terry Riley
Atlantis Nath (Sri Moonshine)
I Like Your Eyes Liberty, con Michael McClure (Sri Moonshine)
Moscow Conservatory Piano Solo Concert (New Albion)
Web
Rassegna
I concerti del Centro d’Arte