Hamiet Bluiett
sax baritono

Oliver Lake
sax alto, soprano

David Murray
sax tenore, clarinetto basso

Bruce Williams
sax alto, soprano

Craig Harris
trombone, didgeridoo, voce

Jamaladeen Tacuma
basso elettrico

Lee Pearson
batteria

“Experience”- tribute to Jimi Hendrix

Non è la prima volta che il mondo del jazz si avvicina al repertorio di Jimi Hendrix. Già la saggezza di Gil Evans aveva trasformato l’incandescente rock-blues del chitarrista in un sofisticato meccanismo armonico. Più aderente invece allo spirito degli originali queste riletture del World Saxophone Quartet, che stavolta diventa un settetto esplosivo, e che condivide con Hendrix le radici afroamericane di una musica ruvida, essenziale, trampolino per le più libere improvvisazioni.
Il quartetto di sassofoni a cappella, nel jazz contemporaneo era stato sperimentato da Anthony Braxton nel 1974, proprio insieme a tre dei solisti che poi insieme a David Murray daranno vita al WSQ un anno dopo.
Da trent’anni dunque questa sigla è protagonista dei suoni più audaci della scena jazzistica. Nati come The Real New York Saxophone Quartet, i quattro virtuosi esordiscono a New Orleans e poi fanno scintille nei club newyorkesi, prima di approdare alle trionfali tournèe europee (il Centro d’Arte li ospitò a Padova nel 1978 in tre memorabili serate).
Con Bluiett, Lake e Murray c’era il grande Julius Hemphill, che per un periodo fu un po’ il “regista” del quartetto. La musica del WSQ combinava un magnifico materiale tematico, legato al blues e al gospel, con il free più trasgressivo, in un amalgama di rara originalità. I loro dischi più noti sono stati pubblicati dall’etichetta italiana Black Saint. Dopo i primi anni di rigorosa purezza sassofonistica, il WSQ si apre a collaborazioni con altri strumentisti, ad esempio con Max Roach, con cui si esibiscono anche in Italia. Nel ’90 Hemphill lascia il gruppo, sostituito da Arthur Blythe (a sua volta rimpiazzato negli anni da James Spaulding, Eric Person, John Purcell, fino a Bruce Williams), e il quartetto si dedica a un repertorio meno avventuroso anche se costantamente di alto livello.
Tra i progetti più amati del gruppo, ricordiamo l’omaggio a Duke Ellington del 1986, la raccolta “Rhythm And Blues” del 1988, e il primo incontro con gli “african drums” (Mor Thiam, Chief Bey, Mar Gueye) in “Metamorphosis” (1990).
Inutile puntualizzare che Bluiett, Lake e Murray sono tra i più influenti sassofonisti dell’ultimo trentennio, protagonisti di innumerevoli progetti in veste di leader.
Spiccano in questa versione del WSQ il trombonista Craig Harris ed il bassista Jamaladeen Tacuma, quest’ultimo già a fianco di Ornette Coleman in una edizione dei Prime Time e spesso nei gruppi di Murray.


 

Creative Commons License

Tutti i testi sono distribuiti con Licenza Creative Commons (Attribuzione / Non commerciale 4.0)

Ascolti

World Saxophone Quartet
Experience (Justin Time)
Steppin’ With The WSQ (Black Saint)
Plays The Music Of Duke Ellington (Elektra Nonesuch)
Dances And Ballads (Elektra Nonesuch)

Web

Rassegna

I concerti del Centro d’Arte

Note