William Parker
contrabbasso

Lewis Barnes
tromba

Rob Brown
sax alto

Hamid Drake
batteria

William Parker (1952), bassista, compositore, poeta, è tra i più attivi musicisti afroamericani degli ultimi 30 anni. Impossibile tracciarne un curriculum esauriente, tanti sono gli eventi cui ha partecipato, che ha prodotto, realizzato. La sua formazione è tutta interna alla musica d’avanguardia di New York dei primi anni 70. Parker prende lezioni da Richard Davis, Jimmy Garrison, Wilbur Ware, contrabbassisti celebri, maestri di quella sonorità “nera” legata alle musiche di Coltrane, Mingus, Monk, Dolphy, che sono le traiettorie centrali della sua maturazione d’artista. Sviluppa presto una straordinaria prolificità compositiva, per tutti i tipi di ensemble. Suona con tutti i migliori jazzisti newyorkesi fino alla militanza nei gruppi del pianista Cecil Taylor, durata per tutti gli anni 80. Parallelamente sviluppa un sodalizio con alcuni improvvvisatori europei, primo fra tutti Peter Brötzmann, ma anche Peter Kowald, Derek Bailey. Incide come sideman o leader un’enorme quantità di dischi. Negli anni 90, William Parker si impone come un vero faro tra la comunità dei musicisti neri di New York. Fonda la Little Huey Creative Orchestra, collettivo indipendente di grande influenza, scrive musiche per balletti (collaborando con la moglie Patricia Nicholson), opere, oratori, colonne sonore, pezzi per solo contrabbasso.
Dirige il gruppo In Order To Survive, si schiera a fianco di tutti i movimenti di rivendicazione civile, è direttore artistico del “Vision Festival”. Trova in Hamid Drake un batterista perfetto per formare la sezione ritmica più solida della musica radicale, continua il suo impegno nel quartetto di David S. Ware, con cui suona da anni. Anche con il pianista Matthew Shipp sviluppa un discorso artistico fruttuoso, ma è anche insieme a Brötzmann in trii, piccoli gruppi e nel Chicago Tentet. Suona sempre più spesso in Europa, invitato da numerosi festival. A Parigi, all’interno di “Banlieues Bleues”, presenta il progetto “The Inside Songs Of Curtis Mayfield” (poi anche a Roma lo scorso anno), con Amiri Baraka voce recitante.
Il quartetto con cui si presenta a Padova (con Barnes, Brown e Drake) è in vita da qualche tempo e riallaccia la musica di Parker alle radici del jazz, ospitando a volte la cantante Leena Conquest. Di recente il legame con l’Italia si è rinforzato: Splasc(h) e Black Saint hanno pubblicato opere importanti di Parker, i festival “New York Is Now” (Roma) e “Ai confini tra Sardegna e Jazz” (S.Anna Arresi) hanno dato nel 2004 ampio spazio a molti dei suoi progetti.


 

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Ascolti

William Parker
Painter’s Spring (Thirsty Ear)
O’Neals’ Porch (Aum Fidelity)
Raining on the Moon (Thirsty Ear)
Mass for the Healing of the World (Black Saint)

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