Matthew Shipp
piano
William Parker
contrabbasso
Gerald Cleaver
batteria
Matthew Shipp nasce nel 1960 a Wilmington, Delaware. Inizia a suonare il pianoforte a cinque anni, spinto da un ambiente famigliare circondato dal jazz (la madre era stata amica d’infanzia di Clifford Brown). Suona da ragazzo in alcune rock-bands, studia jazz, teoria musicale, improvvisazione, piano classico e clarinetto basso, prima di frequentare per due anni il New England Conservatory of Music. Arriva a New York nel 1984 ed è introdotto nell’ambiente da William Parker, col quale inizia un sodalizio artistico ormai ventennale.
Influenzato da Thelonious Monk, Andrew Hill, Paul Bley, Cecil Taylor, Muhal Richard Abrams, Shipp approfondisce parallelamente le musiche di Ives, Cage, Feldman, attratto naturalmente dalla possibilità di oltrepassare le barriere degli stili.
Si esibisce in diversi organici e incide moltissimo: entra stabilmente nel quartetto di David S. Ware, realizza duetti con Rob Brown (primo disco in questa formazione, nel 1988), Joe Morris, W. Parker. A suo nome esce “Points” per la Silkheart (1990), primo di una lunga serie di album. Nel 1992 entra nel gruppo di Roscoe Mitchell con cui incide “This Dance Is For Steve McCall” e poi “Nine To Get Ready”, oltre a un duetto (“2-Z”). Dirige un trio con basso e batteria (con W. Parker e Walt Dickey, poi sostituito da Susie Ibarra e Gerald Cleaver), suona in piano solo.
Nella seconda metà degli anni 90 comincia a collaborare per l’etichetta Thirsty Ear, di cui diventa direttore musicale qualche anno dopo. La Thirsty Ear si propone come un gruppo di lavoro innovativo, perseguendo l’obiettivo di mettere in comunicazione il jazz radicale e il mondo dei dj più aperto alle sperimentazioni. Shipp promuove dunque incontri discografici con Dj Spooky, Spring Heel Jack, Antipop Consortium, Dj Wally e altre realtà affini. Intanto continua la sua attività con David S. Ware, con cui partecipa a innumerevoli festival internazionali, incide in trio con W. Parker e Mat Maneri, compone materiale con largo uso di elettronica (“Nu Bop”, il recente “Harmony and Abyss”).
Il trio con William Parker e Gerald Cleaver si distingue per una passionale indagine sonora che fa interagire strutture e libera improvvisazione, lirismo e astrattismo, legame con la tradizione e tensione verso il futuro. La musica di Matthew Shipp è in costante cambiamento, curiosa verso ogni forma di sintesi, impregnata di jazz ma in relazione costante con la varietà delle musiche contemporanee.
Ascolti
Matthew Shipp
The Multiplication Table (hatOLOGY)
New Orbit (Thirsty Ear)
The Trio Plays The Music of David S. Ware (Splasch World Series)
Songs (Splasch World Series)
Web
Rassegna
I concerti del Centro d’Arte